L’omertà su Ron Arad continua

Edizione 142 del 10-07-2008

Nonostante le promesse Hezbollah non dà informazioni sul pilota disperso dal 1986

Su Ron Arad continua l’omertà

di Michael Sfaradi

E’ dal 1986 che Ron Arad, navigatore dell’aeronautica militare israeliana, è “Missing in action”, disperso. Da allora tutti i governi israeliani hanno cercato la sua liberazione, in un primo momento tentando uno scambio di prigionieri, poi, con il passare degli anni, scarcerando terroristi in cambio di informazioni. Tutto questo senza ottenere alcun risultato. Erano in due gli uomini dell’equipaggio del “Kfir” che fu abbattuto sui cieli libanesi, ed ambedue si lanciarono con il paracadute ed arrivarono vivi a terra. Ron Arad, per sua sfortuna, non fu recuperato dalle unità di soccorso solo perché il suo rilevatore elettronico si ruppe durante il lancio. L’unica cosa che si sa per certa è che finì prigioniero e fu poi usato come merce di scambio fra le varie frange della guerriglia palestinese. Passò di mano in mano fino a che si persero le sue tracce, il resto sono solo voci che non hanno, almeno ufficialmente, dei riscontri oggettivi. Queste voci dicono che Ron Arad è finito in mano ad Hezbollah e da lì direttamente a Teheran. Stando ad indiscrezioni di oppositori politici al regime degli Ayatollah, il prigioniero sarebbe stato sottoposto ad un intervento chirurgico per renderlo paraplegico e impossibilitargli la fuga.

Israele qualche volta è volta riuscita, pagandole con la rimessa in libertà di terroristi assassini, a riavere le salme dei suoi caduti, ma per quello che riguarda il destino di Ron Arad non si è mai riusciti a squarciare il velo di silenzio ed omertà, al punto che non è mai stato possibile avere informazioni sufficienti nemmeno per emettere una dichiarazione di morte presunta. Lo scambio dei prigionieri, che recentemente il governo israeliano ha concordato con Hezbollah, prevede da parte israeliana la restituzione di diverse salme di terroristi più un numero consistente di prigionieri con le mani sporche di sangue, fra i quali spicca il nome di Samir Kuntar, colui che uccise una bimba di quattro anni spaccandole la testa su di uno scoglio e finendola con i colpi del calcio del suo fucile mitragliatore. Di contro Hezbollah deve restituire Ehud Goldwasser ed Eldad Reghev, o quello che resta di loro, e dare informazioni precise su Ron Arad. Due giorni fa il mediatore tedesco ha consegnato al governo israeliano un fascicolo parziale sulle informazioni che Hezbollah dice di essere riuscita ad ottenere e, da quel momento, c’è stato un notevole irrigidimento da parte israeliana. Le informazioni contenute sono vecchie e risapute, ed anche se si tratta di stralci si intuisce che Hezbollah non dice tutto quello che sa. Questo per mantenere dei segreti che potrebbero tornare buoni sul tavolo di future trattative.

Nasrallah continua a prendere in giro, ma anche la pazienza israeliana ha un limite, e lui forse l’ha superato. I Ministri dell’Interno e della Difesa, hanno chiesto la riunione urgente del Consiglio dei Ministri per riconsiderare l’accettazione dello scambio dei prigionieri ed effettuare una nuova votazione alla luce delle informazioni ricevute. Il Dossier Ron Arad è così tornato prepotentemente alla ribalta e potrebbe mandare a monte la trattativa. C’è ancora la speranza, pur minima, che Ron Arad sia ancora vivo, ed è per questo che Israele non lascerà nulla di intentato pur di ottenere il suo rilascio o la sua salma. Pochi giorni fa Nasrallah cantava vittoria, ma la grazia a Samir Kuntar non è ancora stata firmata e, se non impara a stare ai patti e a dire tutto quello che sa su Ron Arad, rischia di dover rimandare i festeggiamenti che aveva preparato per il ritorno del massacratore di bambini.

L’Opinione

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