La doppia faccia della Siria

La doppia faccia della Siria

Tel Aviv, 22/09/2008 – “La Siria punta in due opposte direzioni: vuole avvicinarsi all’Occidente, avviando negoziati di pace con Israele, e contemporaneamente rafforza i suoi rapporti con le organizzazioni terroriste”. Lo ha dichiarato il generale Yossi Beidetz, capo del dipartimento ricerche dell’intelligence militare israeliana, secondo il quale la Siria “trasferisce molte armi e munizioni in Libano, rafforza i legami con l’Iran e si arma con sofisticati sistemi anti-aereo e anti-carro grazie all’aiuto russo e iraniano”. Beidetz ha inoltre segnalato un rafforzamento di Hamas a Gaza, l’invio di cellule terroristiche nel Sinai, e il miglioramento della gittata e della quantità di missili nelle mani dell’organizzazione jihadista palestinese.

(Fonte: Israele.net)

Hamas nega notizia assassinio in Sira assistente Meshaal

M.O.: HAMAS NEGA NOTIZIA ASSASSINIO IN SIRIA ASSISTENTE MESHAAL

Gaza, 16 set. – (Adnkronos/Dpa) – Hamas ha smentito oggi l’uccisione in Siria dell’assistente personale di Khaled Meshaal, Hisham el-Badni. “La notizia dell’assassinio fatta circolare dai media israeliani e’ totalmente infondata e fuorviante”, ha detto alla Dpa una fonte del movimento di resistenza islamico. Secondo quanto rivelato ieri dal “Reform Party” siriano, un gruppo di opposizione con sede negli Stati Uniti, el-Badni sarebbe stato ucciso giovedi’ scorso a colpi d’arma da fuoco nella citta’ di Homs, a nord di Damasco, dopo essere stato trascinato fuori dalla sua auto. Sul sito del gruppo, secondo quanto rilanciato dai media israeliani, si leggeva che l’uccisione rappresenterebbe un segnale che alcuni elementi del regime del presidente siriano Bashar al Assad starebbero inviando ad Hamas perche’ rompa i rapporti con l’Iran.

Siria: assassinato membro di Hamas in pieno giorno

Siria: assassinato membro di Hamas in pieno giorno

Damasco, 16 Settembre 2008 – Secondo quanto reso pubblico dal Partito siriano per la libertà, un gruppo di opposizione siriano con sede negli Stati Uniti, l’11 settembre scorso, nella città di Homs, nella Siria dell’ovest, in pieno giorno, Hisham al Labadani è stato trascinato fuori della sua auto e ucciso con armi da fuoco. Hisham al Labadani era segretario e capoufficio di Khalid Mashaal il dirigente di Hamas che ha stabilito la sua base a Damasco.

In Medio Oriente si mormora che l’omicidio di al Labadani abbia il significato di una intimidazione nei confronti di Hamas in particolare per la sua collaborazione sempre più stretta con il regime di Teheran che in Siria sta diventando ogni giorno più influente.

I mandanti sarebbero da ricercare in quella parte delle classi dirigenti siriane che auspica un riavvicinamento con l’Occidente e vede con sgomento il crescere del potere iraniano nella vita economica, sociale e politica del paese. Il silenzio mantenuto sinora sull’accaduto sia da parte del regime sia da parte di Hamas avrebbe avuto lo scopo di evitare un’esplosione di violenza da parte delle forze filo-iraniane.

In Siria, negli ultimi mesi, le uccisioni di esponenti politici si sono susseguite a riprova dello scontro in atto mentre la posizione di Baschar al Assad sembrerebbe indebolita della qual cosa starebbero approfittando gli iraniani.

L’ omicidio di al Labani è avvenuto alcuni giorni dopo che il regime aveva messo in guardia i dirigenti palestinesi di stanza in Siria dai piani israeliani per ucciderli. Nonostante ciò Israele non è stata menzionata anche se, generalmente, si ritiene il Mossad responsabile del tentativo di assassinare Khalid Mashaal in Giordania nel 1997. Anche il dirigente della Jihad islamica palestinese Ramdan Salah vive a Damasco.

di Anna Rolli

Agenzia Radicale

Frattini, per noi Hamas resta organizzazione terroristica

Frattini, per noi Hamas resta organizzazione terroristica

GUBBIO, 11 set – ”Per noi e’ chiaro che Hamas resta un’organizzazione terroristica”. A sottolinearlo e’ il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, che coglie la sua presenza alla Scuola di formazione di Forza Italia di Gubbio per precisare la posizione dell’Italia sul Medio Oriente, anche alla luce del suo incontro di stamane con il collega siriano Walid Moallem.

”Noi – ha aggiunto Frattini – siamo convinti che la linea dell’Ue di avere una lista di organizzazioni terroristiche sia quella giusta. Certo auspichiamo un dialogo diretto fra Siria e Israele – ha detto il titolare della Farnesina – ma deve essere chiaro che riteniamo l’attivita’ di Hamas nella Striscia di Gaza e nei confronti di Israele come quella di un’organizzazione terroristica”.

(ASCA, 11 settembre 2008 )

Khaled Meshaal avrebbe lasciato Damasco per traferirsi in Sudan

M.O.: STAMPA, MESHAL HA LASCIATO DAMASCO E SI E’ TRASFERITO IN SUDAN

Gerusalemme, 2 set. – (Adnkronos) – Il leader di Hamas in esilio, Khaled Meshal, avrebbe lasciato Damasco, da anni suo quartier generale, e si sarebbe trasferito in Sudan. A rivelarlo e’ stato il quotidiano kuwaitiano Al Rai, che cita fonti palestinesi, secondo cui la partenza di Meshal rientrerebbe in un accordo segreto con le autorita’ di Damasco e non e’ escluso che sia una conseguenza dei colloqui indiretti in corso da maggio tra Israele e Siria per arrivare ad un accordo di pace tra i due Paesi. Il leader di Hamas viveva a Damasco da dieci anni, dopo la sua espulsione dalla Giordania. Nelle settimane scorse, lo Stato ebraico ha piu’ volte condizionato il raggiungimento di un accordo con la Siria alla fine del suo sostegno ad Hamas e ad Hezbollah.

Rapporto Onu: Traffico armi nella frontiera orientale del Libano

Rapporto Onu: Traffico armi nella frontiera orientale del Libano

Beirut, 27 ago, 11:04 – Un rapporto Onu critica lo scarso impegno di Libano e Siria nell’ostacolare il contrabbando, soprattutto di armi, che avviene ormai da tempo nella zona di frontiera.

Israele ne era cosciente e aveva già denunciato il traffico illecito che il movimento sciita Hezbollah riceve dall’Iran attraverso quel passaggio.

Il rapporto divulgato oggi dal quotidiano An Nahar, già presentato al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, è il frutto del lavoro svolto da una commissione speciale.

Questo gruppo, a lavoro per oltre due settimane, era composto da esperti militari, di dogane e di diritto internazionale, che hanno collaborato a stretto contatto con forze di sicurezza interna, della sicurezza generale e della direzione delle dogane.

Sunday Times: il generale siriano ucciso la settimana scorsa aveva aiutato Hezbollah ad armarsi

Sunday Times: il generale siriano ucciso la settimana scorsa aveva aiutato Hezbollah ad armarsi

Damasco – Il generale siriano Mohammed Suleiman assassinato la settimana scorsa in Siria aveva fatto pervenire a Hezbollah sofisticati missili SA-8 in grado di minacciare la superiorità aerea delle Forze di Difesa israeliane. Lo affermano fonti citate dal Sunday Times britannico. La settimana scorsa il governo libanese ha unanimemente approvato una linea politica che garantisce a Hezbollah l’esistenza armata e il diritto di “liberare le terre libanesi occupate”. Secondo fonti a Gerusalemme, la decisione rende di fatto il governo di Beirut complice delle aggressioni Hezbollah, rendendosene corresponsabile.

(Fonte: Israele.net, 11 Agosto 2008 )

Siria, ucciso il generale amico di Hezbollah

L’ agguato mentre il presidente era in Iran. Primi sospetti su Israele o su una faida interna al regime

Siria, ucciso il generale amico di Hezbollah

Mohammed Suleiman centrato da un cecchino. Era uno dei consiglieri di Assad. Il suo assassinio potrebbe far parte di uno «scambio» con l’ Occidente e segnare un ulteriore allontanamento da Teheran. Proprio come nel caso dell’ omicidio di Imad Mughniyeh, uno dei capi di Hezbollah, avvenuto a febbraio sempre in Siria

DAMASCO – La dinamica dell’ agguato porta a sospettare di un servizio segreto. Per uccidere il generale siriano Mohammed Suleiman hanno infatti scelto un cecchino che lo ha centrato all’ uscita da un edificio nella cittadina di Tartous. Un tiro accurato che ha tolto di mezzo una figura importante: l’ alto ufficiale era uno dei consiglieri del presidente siriano Bashar el Assad e manteneva i rapporti con l’ Hezbollah, la milizia filo-iraniana padrona del Libano.

Le autorità di Damasco hanno fatto il possibile per mantenere il riserbo sull’ agguato, ma la notizia è trapelata sulle pagine di Al Hayat, autorevole quotidiano arabo stampato a Londra. L’ attentato coincide con una significativa visita di due giorni del presidente Assad in Iran. Una missione per esplorare le posizioni di Ahmadinejad e spiegare quelle siriane. Teheran è il migliore alleato di Damasco, ma il regime di Bashar ha avviato contatti discreti con Israele (via Turchia) e ha riallacciato buoni rapporti con un Paese di peso quale la Francia. Iniziative che per alcuni potrebbero favorire, un giorno, uno sganciamento siriano dal patto di ferro con gli ayatollah.

Astutamente Damasco prende tempo e si guarda bene – almeno in pubblico – dal commettere sgarbi nei confronti degli eredi khomeinisti. Dall’ Iran guardano con attenzione e giudicano non dalle parole ma dai fatti. L’ uccisione di Suleiman riporta alla memoria un altro cadavere eccellente. Quello di Imad Mughniyeh, capo dell’ apparato clandestino dell’ Hezbollah assassinato con un’ autobomba a Damasco in febbraio. Un delitto con molte interpretazioni e presunti colpevoli.

Lo «sceicco» – così veniva chiamato – potrebbe essere stato eliminato dai nemici giurati (Mossad israeliano, Mukhabarat saudita o giordano, Cia, palestinesi del Fatah) oppure da amici che non erano più tali. L’ ombra del sospetto ha coperto anche i servizi siriani: lo avrebbero liquidato per favorire una svolta diplomatica e togliere di mezzo un brutto cliente. Un pensiero cattivo venuto anche alla moglie di Mughniyeh e a qualche 007 iraniano. Ora la storia sembra ripetersi. Chi può avere interesse a vedere morto Suleiman? L’ elenco riparte necessariamente da Israele. Il Mossad lo elimina per seminare zizzania in campo avversario e spazzare via un ufficiale in grado di creare problemi vista la contiguità con l’ Hezbollah. Il movimento libanese si è rafforzato ulteriormente negli ultimi mesi, acquisendo armi, posizioni, prestigio. A Gerusalemme ritengono che il partito di Dio stia covando qualcosa per vendicare Mughniyeh. La seconda pista porta alle faide interne. Su Damasco soffia da mesi il vento della fronda. Ricostruzioni, sempre smentite dalle fonti ufficiali, raccontano di un duro scontro tra Bashar e il cognato Assef Shawkat, a lungo responsabile dell’ intelligence militare, conclusosi con il siluramento di quest’ ultimo. Il capo degli 007 avrebbe pagato per non essere riuscito ad impedire l’ omicidio Mughniyeh e per aver assunto posizioni non tollerabili. Poiché in Siria gli affari di Stato sono anche questioni di famiglia si dice che Hanitha, la matrona del clan e moglie del defunto Hafez, abbia benedetto il ridimensionamento del genero.

Altri osservatori avrebbero inoltre interpretato la sua defenestrazione come il momento di uno scambio con Israele e gli occidentali. In questo scenario il generale Suleiman è la penultima vittima di una partita ancora aperta con servizi e gerarchi che si danno battaglia. E per intorbidire meglio le acque potrebbe arrivare, secondo i costumi libanesi, la rivendicazione di un gruppo terroristico.

Guido Olimpio

(Fonte: Corriere della Sera. 4 Agosto 2008, pag.14)

Libano: Hezbollah respinge supervisione Onu su Shebaa

Libano: Hezbollah respinge supervisione Onu su Shebaa

(ANSA) – 12:26 – Beirut, 18 giu – Il gruppo guerrigliero sciita Hezbollah, che vuole “liberare” con le armi il contestato territorio di confine con Israele delle Fattorie di Shebaa, ha respinto una proposta del presidente libanese, Michel Suleiman, e del primo ministro incaricato, Fuad Siniora, di porre l’area sotto la supervisione temporanea dell’Onu.

“Mettere le Fattorie di Shebaa sotto controllo Onu è parte di un disegno che ha per bersaglio le armi della resistenza – ha detto la tv del movimento sciita, Al Manar – il vero obiettivo (della proposta) è di rendere illegittime le armi della resistenza e portarle via”.

Il quotidiano in lingua francese L’Orient le Jour sostiene che l’organizzazione sciita, appoggiata da Iran e Siria, “ha probabilmente informato il presidente Suleiman del suo rifiuto del piano”. La proposta è stata fatta da Suleiman e Siniora nei loro incontri separati lunedì scorso con il segretario di Stato Condoleezza Rice che, in visita a Beirut, ha affermato che “gli Stati Uniti credono che sia arrivato il momento di occuparsi della questione delle Fattorie di Shebaa”.

Ahmadinejad: Siria anti-israeliana

Ahmadinejad: Siria anti-israeliana

‘Damasco ci rimarra’ fino annientamento pericolo sionista’

(ANSA) – TEHERAN, 26 MAG – Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad si e’ detto ‘sicuro’ che Damasco non abbandonera’ il fronte anti-Israele. Ahmadinejad ha detto oggi al ministro della Difesa siriano Hassan Turkmani di ritenere che la Siria rimarra’ anti-israeliana ‘fino al totale annientamento della minaccia del regime sionista’. Turkmani e’ il primo dirigente siriano a visitare Teheran dopo il recente annuncio di negoziati di pace con Israele in corso con la mediazione della Turchia.