Incontro a tre Rice, Fayyad, Barak: pronto pacchetto di misure volte a facilitare la vita dei palestinesi in Cisgiordania

Incontro a tre Rice, Fayyad, Barak: pronto pacchetto di misure volte a facilitare la vita dei palestinesi in Cisgiordania

31/03/2008 All’incontro di domenica con il segretario di stato Usa Condoleezza Rice e il primo ministro palestinese Salam Fayyad, il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha presentato un pacchetto di misure volte a facilitare la vita dei palestinesi in Cisgiordania. Prevista, fra l’altro, la rimozione di una cinquantina di posti di blocco tra Jenin, Tulkarem, Kalkilya e Ramallah; l’apertura di stazioni di polizia palestinese; lo schieramento nell’area di Jenin di 700 poliziotti palestinesi addestrati in Giordania; la consegna dei primi 25 mezzi blindati (su 50) e di altri 125 veicoli alle forze palestinesi; facilitazioni agli spostamenti di uomini d’affari palestinesi; assistenza e facilitazioni per la conferenza economica del 21-23 maggio a Betlemme; rilascio di ulteriori 5.000 permessi di ingresso per lavoro in Israele; avvio della Tarkumiya Industrial Zone nel distretto di Hebron con aiuto turco e di una zona industriale con aiuto giapponese a Gerico.

(Fonte: Israele.net)

Bashar el-Assad e i suoi rapporti con Israele…

Bashar el-Assad e i suoi rapporti con Israele

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30/03/2008 Secondo fonti governative israeliane, nel corso del 2007 l’ufficio del primo ministro israeliano ha fatto arrivare una ventina di messaggi al presidente siriano Bashar el-Assad per valutare le intenzioni della Siria circa una ripresa dei negoziati con Israele, ma la reazione siriana è stata tanto deludente da portare Gerusalemme a concludere che non sono ancora mature le condizioni per una ripresa dei colloqui con Damasco. Fra l’altro, si cercava di capire quale sarebbe per Damasco l’agenda dei lavori e se Assad sia disposto a parlare anche dei suoi legami con Iran, Hezbollah e organizzazioni terroristiche palestinesi. “Tutti gli inviati sono tornati a mani vuote”, ha spiegato la fonte ministeriale. Assad sarebbe di fatto nelle mani dei maggiorenti del regime instaurato da suo padre.

(Fonte: Israele.net)

Un “esperto” di terrorismo spiega a che cosa serve il muro

Israele – Un “esperto” di terrorismo spiega a che cosa serve il muro

CISGIORDANIA – Ramadan Abdallah Shalah, leader della Palestinian Islamic Jihad (Jihad Islamica Palestinese) in un’intervista rilasciata al giornale Al-Sharq del Qatar ha detto che la seconda intifada (quella in corso) è caratterizzata dai missili, che hanno rimpiazzato la fase precedente di attacchi suicidi. La ragione: il nemico, cioè Israele, ha trovato modi e mezzi per proteggersi da tali attacchi. “Ad esempio, hanno costruito una barriera nella Cisgiordania. Non possiamo negare che questa limita la capacità della resistenza [l’attivita’ terroristica] di arrivare in profondità all’interno d’Israele per portare a compimento attacchi suicidi; la resistenza comunque non si è arresa né si trova in condizioni disperate; sta cercando altre vie attraverso le quali affrontare le esigenze di ogni fase (dell’intifada).”

Osservatori del terrorismo fanno notare che non è la prima volta che personaggi di spicco della Jihad Islamica Palestinese e di Hamas, le due organizzazioni terroristiche che hanno compiuto il maggior numero di attacchi suicidi contro Israele, dichiarano pubblicamente che la barriera difensiva rende difficile portare a termine attacchi dinamitardi contro Israele.

Ad Al-Manar Tv, Ramadan Abdallah Shalah ha dichiarato che le organizzazioni terroristiche non hanno alcuna intenzione di abbandonare gli attacchi, i cui tempi e possibilità di realizzazione dall’interno della Cisgiordania dipendono da diversi fattori. “Ad esempio, ha detto, la barriera di sicurezza è un ostacolo”.

(ICN News, 28 marzo 2008)

Un altro antisemita che lavorerà per L’ONU

28/03/2008 Il sociologo svizzero Jean Ziegler, celebre per aver equiparato le politiche di Israele a quelle dei nazisti, è stato nominato mercoledì membro del Comitato consultivo del Consiglio dei Diritti dell’Uomo dell’Onu. Ziegler fu tra i fondatori nel 1989 (quattro mesi dopo l’esplosione del volo Pan Am 103 sui cieli di Lockerbie) del “Premio Muhammar Gheddafi per i diritti umani”. Nel 2002 il premio venne assegnato al francese Roger Garaudy, noto negazionista della Shoà, e allo stesso Ziegler.

Israele.net

Film anti-Corano, 17 minuti contro islamizzazione. In poche ore visionato da milioni di persone

ISLAM: FILM ANTI-CORANO,17 MINUTI CONTRO ISLAMIZZAZIONE
IN POCHE ORE VISIONATO DA MILIONI DI PERSONE

(ANSA) – 12:01 – ROMA, 28 MAR – “Nel 1945 il nazismo è stato sconfitto in Europa. Nel 1989 il comunismo è stato sconfitto in Europa. Ora deve essere sconfitta l’ideologia islamica. Difendi la nostra libertà. Ferma l’islamizzazione”: Queste frasi chiudono il filmato di poco meno di 17 minuti di Geert Wilders, intitolato ‘Fitna’, che significa in arabo ‘discordia, lotta intestina’ in seno alla comunità islamica.

All’inizio e alla fine la famosa vignetta del profeta Maometto che ha come copricapo una bomba con la miccia accesa, pubblicata dai giornali danesi. Messo su internet nel sito liveleak.com registrato a Manchester, in Gran Bretagna, il cortometraggio, in olandese e in inglese, dopo poche ore già stato visto da più di tre milioni di persone.

‘Fitna’ si apre con una sura del Corano in cui si invita a colpire “col terrore” i “nemici di Dio e i tuoi nemici”, seguita dalle immagini degli attentati alle Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001 e altre ancora più scioccanti – con i corpi straziati delle vittime allineati a terra – dell’attentato al treno a Madrid dell’11 marzo 2004.

Inframmezzato da una scelta di versetti coranici che invitano i fedeli a combattere i nemici e a punire i non musulmani – il film si snoda mostrando fra l’altro l’ ‘intervista’ a una bimba di tre anni, figlia di una kamikaze, manifestazioni in Paesi islamici con masse di persone che inneggiano minacciosamente alla vittoria dell’Islam nel mondo, predicatori che promettono fuoco e terrore ai nemici dell’Islam, iraniani che pronunciano virulenti discorsi contro gli ebrei, il presidente Mahmud Ahmadinejad il quale afferma che l’Islam “conquisterà le montagne in cima al mondo”.

“L’Olanda sotto l’influsso dell’Islam” mostra numerose moschee e donne completamente velate che spingono carrozzine, e i numeri dei musulmani in Olanda, e in Europa, in crescita esponenziale negli ultimi decenni.

Sotto il titolo “L’Olanda del futuro?”, si vedono mutilazioni genitali femminili ed esecuzioni di omosessuali e donne adultere. Non manca il regista Theo van Gogh, assassinato per il suo cortometraggio ‘Submission’, e dichiarazioni del suo killer che proclama: “Lo rifarei”.

Nel finale, l’immagine di una pagina del Corano sfiorata da una mano, poi solo il rumore di uno strappo: ma è una pagina dell’elenco telefonico a essere lacerata, precisa il testo, perché “spetta ai musulmani stessi strappare i versetti pieni di odio del Corano”.

Sderot: razzo Qassam centra asilo nido, fortunatamente nessuna vittima

MO: GAZA, RAZZO QASSAM CENTRA ASILO-NIDO, NESSUNA VITTIMA

(ANSA) – TEL AVIV, 28 MAR – Un razzo Qassam sparato da Gaza da miliziani palestinesi ha centrato oggi un asilo-nido nel kibbutz israeliano Alumim (Neghev), senza tuttavia provocare vittime.

Fonti locali precisano che al suono delle sirene di allarme le maestre si sono affrettate a condurre i bambini verso una stanza protetta. Pochi istanti dopo l’ordigno ha centrato il tetto dell’asilo, ma si è fermato a breve distanza dai bambini. In totale sono stati sparati oggi da Gaza tre razzi Qassam, due dei quali sono caduti presso la città israeliana di Sderot.

In mattinata si è avuto notizia che durante una incursione israeliana all’interno della striscia di Gaza è rimasto ucciso un miliziano di Hamas. Da parte sua una organizzazione palestinese finora sconosciuta, l’Esercito della Nazione, ha detto di aver aperto il fuoco verso l’accampamento militare di Kissufim, ai margini della striscia di Gaza, “per rispondere all’insulto verso l’Islam dovuto alla pubblicazione in Occidente di vignette ingiuriose nei confronti del profeta Maometto”.
(ANSA).

Hamas si addestra in Iran

Hamas fa la naja in Iran

di Daniele Raineri – Il Foglio 27/03/2008

Un militante racconta al Sunday Times i dettagli dell’addestramento

Che Hamas sia armato, addestrato e pagato dall’Iran è cosa stranota da tempo. Ma si trattava pur sempre di bisbigli da intelligence, giochi di ombre, prove indiziarie da secret service in cui sguazzano soltanto gli addetti ai lavori. Ora, grazie al fenomenale articolo di Marie Colvin sul Sunday Times, è lo stesso capo delle brigate guerriere di Hamas, le Ezzedin al Qassam, a dire con orgoglio che è tutto vero. Anzi, Israele e il mondo sottostimano la questione: il gruppo armato spedisce i suoi ad addestrarsi alla guerra in Iran con un programma simile a quello che vige nei paesi Nato.

Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno già preparato sette classi di Hamas con corsi che durano fino a sei mesi. Centocinquanta volontari. I migliori di ogni classe restano all’estero più a lungo per diventare istruttori e quando tornano a Gaza passano le conoscenze agli altri. Altri seicentocinquanta volontari stanno facendo scuola di guerra nella vicina Siria. Il tono del comandante di Hamas è da allegro ricordo di naja: un giorno alla settimana ai palestinesi è permesso andare in città a fare shopping, “tornano sempre con ottimi scarponi”. Ma quella iraniana è una scuola per crimini di guerra: “Una delle cose più utili che ci hanno insegnato è come fabbricare esplosivo con gli ingredienti più ordinari che abbiamo qui”, come fare bombe più potenti, come fare razzi più precisi da lanciare contro i civili, come diventare cecchini più efficienti, come imparare a combattere come i primi della classe, i veri cocchi dei pasdaran: i libanesi di Hezbollah. Da quando è stata aperta la scuola di bombe? “Dal 2005, da quando si sono ritirati da Gaza”.

La verità del grande confronto in medio oriente sta tutta qui, in questa intervista, da leggere e da credere. Israele apre al processo di pace con i palestinesi e si ritira da Gaza con decisione unilaterale. Il regime di Teheran apre una specie di programma Erasmus canaglia, fomenta le frange più dure e trasforma Gaza nel campo di tiro per i volenterosi studenti di terrorismo.

Friends of Israel

“Jenin Jenin”, i cineasti italiani difendono la propaganda araba

Edizione 59 del 26-03-2008

Il caso

“Jenin Jenin”, i cineasti italiani difendono la propaganda araba

di Dimitri Buffa

E’ censura non proiettare un film documentario pieno di accuse fraudolente a Israele e agli Stati Uniti come “Jenin, Jenin”? O è semplice prudenza di chi non vuole essere trascinato nella assurda propaganda anti-israeliana del regista? In tutto il resto del mondo occidentale, di questo finto caso non si parla più da anni, da ben prima della condanna civile del regista. Precisamente da quando lo stesso Bakri ammise di avere ingigantito gli eventi e di avere parlato di “massacro” citando esclusivamente fonti palestinesi. Il film a detta di chi l’ha visto non è affatto un granché, minato come è dalla ideologia anti ebraica che trasuda da ogni fotogramma. Ma tant’è: in Italia i soliti registi di sinistra alla Citto Maselli hanno tentato di sollevare un caso su questo film parlando di censura per tutte quelle sale che non lo hanno voluto proiettare per evitare guai giudiziari. Così, dopo avere organizzato la solita rete di proiezioni militanti nei vari cine club della penisola, adesso sono arrivati a firmare una specie di appello grottesco a favore del film e del regista che suona così: “è senza dubbio curioso che una Campagna nata in Italia che ha visto nomi prestigiosissimi del mondo cinematografico italiano – da Lizzani a Monicelli, da Giuseppe Bertolucci a Giuseppe Piccioni, da Marco Tullio Giordana ad Alberto Barbera – abbia avuto molta più ripercussione in Israele, sino ad ora impermeabile al ’problema’ Bakri, che qui in Italia”.

Poi si passa al merito della questione: “cinque riservisti mai inquadrati nel film, denunciano Bakri per calunnie e falso. Il processo è in corso e nelle ultime udienze il tribunale si è soffermato sul termine ‘massacro’, utilizzato da alcuni degli abitanti del campo, per avvalorare l’accusa di falso… è ben strano che famosi e prestigiosi giornalisti e intellettuali israeliani – Gideon Levi, Uri Avneri tra gli altri – che utilizzarono più volte la parola in oggetto nei loro scritti non abbiano invece subito conseguenze giuridiche. La campagna promossa in Italia con l’unico scopo di ribadire l’ineludibile diritto alla libertà di espressione artistica ha avuto, finalmente, spazio in Israele attraverso diversi articoli pubblicati su Ha’aretz negli ultimi giorni, articoli ampiamente e, per lo più, duramente contestati nel forum dell’edizione on-line del quotidiano israeliano.” Tra i firmatari: Giuseppe Bertolucci, Mimmo Calopresti, Gaetano Capizzi, Saverio Costanzo, Giuliana Gamba, Roberto Giannarelli, Marco Tullio Giordana, Carlo Lizzani, Daniele Luchetti, Mario Martone, Francesco “Citto” Maselli, Mario Monicelli, Moni Ovadia, Sandro Petraglia, Giuseppe Piccioni. Per la cronaca, a Jenin ci fu una battaglia durata dieci giorni con 57 morti tra i terroristi di Hamas e della Jihad Islamica e in Israele, tanto il tribunale di primo grado quanto quello di secondo grado, pur condannando Bakri a rifondere i riservisti non si sono mai sognati di proibire la proiezione di “Jenin, Jenin”.

Opinione.it

Allarme Israele: Hezbollah dotati di razzi a lunga gittata

M.O./ ALLARME ISRAELE: HEZBOLLAH DOTATO DI RAZZI DI LUNGA GITTATA

Acquisiti da poco, possono colpire fino a 300 chilometri

Gerusalemme, 27 mar. (Ap) – Il movimento sciita libanese Hezbollah avrebbe acquisito nuovi razzi, con una gittata di circa 300 chilometri, che rappresentano una grande minaccia per buona parte del territorio israeliano. E’ l’allarme lanciato questa mattina da un funzionario della Difesa dello Stato ebraico, secondo il quale il movimento libanese sarebbe adesso in grado di colpire Israele in qualsiasi luogo.

Tra le preoccupazioni principali, secondo quanto emerso, ci sarebbe anche la tutela di Dimona, dove si trova un reattore nucleare israeliano, che potrebbe essere colpito da questi nuovi razzi.

Hezbollah avrebbe lanciato contro Israele almeno 4.000 razzi dalla fine del conflitto con lo Stato ebraico, nell’estate del 2006. Questi razzi però hanno sempre avuto una gittata massima di circa 70 chilometri.

L’Iran mette una taglia sulla testa di Ehud Barak

Israele: l’Iran mette una taglia sulla testa di Barack

Un movimento di studenti iraniani fondamentalisti simpatizzanti del presidente Mahmud Ahmadinejad ha raccolto un milione di dollari da destinare come ricompense per chi uccidera’, anche attraverso operazioni suicide in qualsiasi parte del mondo, il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak e due dirigenti dei servizi d’Intelligence di Tel Aviv. Lo scrive oggi l’agenzia Isna. Il “Movimento degli studenti per la giustizia” ha raccolto il denaro in un raduno svoltosi ieri e intitolato “Cerimonia per le esecuzioni rivoluzionarie degli architetti del terrorismo di Stato’. Il premio per chi uccidera’ Barak sara’ di 400.000 dollari, mentre 300.000 dollari sono promessi a chi eliminera’ il capo del Mossad, Meir Dagan, o quello dei servizi segreti militari, Amos Yadlin.

Se gli omicidi avverranno attraverso azioni suicide, il denaro andrà alle famiglie degli attentatori. Secondo i promotori, vi sono stati anche sottoscrittori che hanno promesso di vendere un rene (operazione legale in Iran) per raccogliere la cifra necessaria da donare al movimento. ”Dobbiamo diffondere la cultura del martirio, perchè il martirio non è morte, ma un altro tipo di vita”, ha detto uno degli organizzatori dell’iniziativa, indicato con il nome di Rajaifar. ”La Repubblica islamica dell’Iran è la prima sostenitrice dei diritti dei Palestinesi nel mondo, e quindi è nostro dovere sostenere questo sistema”, ha aggiunto Rajaifar.

Agenzia Radicale